“I Rusteghi” sono quattro cittadini veneziani del medesimo stato, della stessa fortuna e di ugual carattere: Lunardo, Canciano, Maurizio e Simon sono ruvidi e collerici, di rigide maniere e poco sociali, seguaci degli usi antichi e nemici terribili delle mode, del divertimento, dei piaceri e delle conversazioni.
Questa uniformità di carattere, invece di rendere monotona la commedia, forma anzi un quadro nuovo e piacevole poiché ciascuno di loro si mostra con chiaroscuri propri e particolari. Le mogli poi contribuiscono infinitamente a raddolcire la ruvidezza dei loro mariti o piuttosto a renderli più ridicoli che mai.
Due dei Rusteghi hanno concluso fra loro il matrimonio dei due figli, Lucieta e Filiberto. I due giovani non solo non ne sono informati, ma, secondo le usanze del buon tempo antico, non devono neanche vedersi prima del matrimonio. Felice, moglie del rustego Cancian, organizza, con la complicità timorosa delle altre donne, un piano che permetterà ai fidanzati di vedersi. Quando il complotto viene scoperto, la reazione sdegnosa dei Rusteghi rischia addirittura di far fallire il matrimonio. Ma alla fine i quattro sono costretti a cedere di fronte alle argomentazioni piene di buon senso di Felice.